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La micropropagazione in vitro delle piante è una tecnica di moltiplicazione agamica, in condizioni ambientali controllate, utilizzata a scopi di ricerca per il miglioramento genetico delle specie e per la produzione di piante destinate al florovivaistico. Infatti, le microtalee ottenute in vitro possono essere trasferite in vivo dopo una breve fase di ambientamento.
La tecnica della micropropagazione assicura un elevato tasso di identità genetica, elevati standard di qualità fitosanitaria e tassi di moltiplicazione molto più alti rispetto ai metodi tradizionali di propagazione vegetativa. Inoltre, costituisce la base per un’attività vivaistica certificata e altamente qualificata.
I vantaggi della micropropagazione in vitro sono: rapidità di propagazione, razionalizzazione degli spazi, omogeneità del risultato. 

Applicazioni tipiche della micropropagazione

- Propagazione di specie per utilizzo agricolo e agroambientale: moltiplicazione in vitro di specie da biomassa, da fitodepurazione e ornamentali.
Conservazione delle biodiversità: salvaguardia di specie di particolare interesse ecologico, rapida produzione di un elevato numero di piante da reinserire in ambiente naturale.
- Miglioramento genetico: moltiplicazione su larga scala di cloni selezionati con elevati standard fitosanitari e di conformità al tipo.
- Produzione di metaboliti secondari.
- Risanamento: da virosi, batteri e fitoplasmi, termoterapia, coltura di meristema e di apice vegetativo.

Le fasi della tecnica

Allestimento della coltura:

Preparazione e sterilizzazione del mezzo di coltura;
- Prelievo degli espianti.

Moltiplicazione:

- Proliferazione degli espianti;
- Allungamento e radicazione dei germogli.

Ambientamento:

- Acclimatamento;
- Trapianto.

Il laboratorio di micropropagazione

Il laboratorio di micropropagazione deve prevedere: 
•    materiale per la preparazione substrati;
•    contenitori;
•    autoclave:
•    cappe a flusso laminare:
•    celle climatiche di crescita delle colture.

La contaminazione microbica è uno dei problemi più seri nella coltura vegetale. L’uso di materiale proveniente dal campo per la produzione degli espianti rende difficile controllare la contaminazione batterica e funginea. Perciò la superficie degli espianti deve essere trattata con agenti chimici che ne determinino la decontaminazione (es. ipoclorito di sodio, etanolo, fungicidi). 

Per mantenere le condizioni asettiche, tutti i contenitori, i terreni di coltura, gli strumenti devono essere sterilizzati. 

Inoltre, tutte le operazioni devono essere eseguite sotto una cappa a flusso laminare. Il flusso laminare d’aria è formato da filetti d’aria paralleli tra loro che si muovono tutti alla medesima velocità in tutti i punti. In un ambiente sottoposto ad un regime di flusso laminare, ogni contaminante liberato nella zona di lavoro viene trascinato lontano da un fronte di aria sterile. Questo tipo di flusso ha il vantaggio di prevenire la possibile contaminazione causata dall’operatore garantendo l’asetticità delle operazioni di dissezione e inoculo degli espianti.
In particolare, le cabine a flusso laminare sono fondamentali nella fase di trapianto in quanto convogliano aria sterile sulla superficie di lavoro minimizzando il rischio di contaminazione esterna e di contaminazione crociata fra campioni, fattori essenziali per l’inoculazione degli espianti.

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